mercoledì 29 ottobre 2014

Declinare la vita

Per troppo tempo ho declinato le mie conversazioni interiori ed esteriori o al passato o al futuro.
Troppi rimpianti e ripensamenti e troppi sogni procrastinati in dimensioni a venire.
Nell'ultimo periodo mi sono imposta un allenamento emotivo. Declino la mia vita al presente.
Assaporo ciò che faccio e progetto l'indispensabile.
Mi piace l'istante, godo della realizzazione contestualizzata e mi muovo al massimo nel breve periodo.
Uno sforzo notevole che però mi sta irrobustendo emotivamente.
Progetto, agisco, realizzo e rifletto per consolidare nella memoria quel piccolo risultato quotidiano.
Mi impongo brevi liste pragmatiche, sia personali che professionali e faccio dei controlli costanti.
Ed ecco che mi trovo a gioire di una corsa che anni fa mi avrebbe fatto ridere di me o, in una giornata storta, mi avrebbe fatto dire che era meglio mollare.
Oggi quella corsa rappresenta uno step immediato verso un obiettivo che so che realizzeró, ma rappresenta a sua volta anche un primo traguardo.
Il mio motto tantrico di questo periodo è: sognare è forza, realizzare è potenza...

Dimenticavo...se ci sono riuscita è grazie alla fiducia e amore incondizionato della persona speciale che è riuscita a "vedermi" prima ancora che io stessa lo facessi...
E a questa meravigliosa persona appartiene il mio cuore...
♥♥♥

giovedì 16 ottobre 2014

serenità e profondità

E' da ieri che rifletto su un fatto...

Sono andata a ritirare il referto della mia operazione. 
Devo dire che con gli anni sono diventata molto più ansiosa. Forse perchè da un po' mi sento gli anni volare tra le dita e ho ancora mille sogni da realizzare. Quindi vivo con estrema intensità il concetto di precarietà temporale.

O forse perchè ho sfiorato tante volte la morte che passava accanto alle persone che amo. Non sono mai stata una bambina spensierata e sono cresciuta con quella falsa maschera di cinismo che è dettata dalla precoce presa di consapevolezza che da un momento all'altro puoi essere abbandonata. 
Non è mai successo, e forse questo mi ha lasciato in una situazione di limbo perenne che non porta al superamento dello shock. 
Anche se emotivamente ed egoisticamente dico meno male.

Comunque tornando a noi...ieri ho incontrato nuovamente due professioniste speciali. Una è un'affermata professoressa, l'altra una giovane specializzanda, con una grande passione negli occhi...bello da vedere...queste persone chiudono il cerchio delle professioniste di valore che mi hanno seguito in questa avventura :-)

Lavoro difficile il loro...

Mi sono immaginata quando devono comunicare notizie tragiche o ancora peggio quando, operando succede l'irreparabile e mi sono chiesta che diritto ho io di essere stressata per un "semplice lavoro impiegatizio". Certo anche il mio è un lavoro per obiettivi, è comunque di responsabilità, ma mi immagino come possa essere la sensazione di avere la "responsabilità della vita" tra le mani...
E la mia mente torna alla dolcezza e la professionalità con cui sono stata accolta...e penso alla forza e al coraggio infinito che si nasconde dietro l'aria quasi scanzonata con parlano di vita e morte, speranza e paure.

Da qui voglio ripartire...e il mio viaggio ieri sera si è concluso ancora con una splendida lezione di yoga con Rosanna, la mia insegnante...altra donna forte e profonda, che con un piccolo racconto personale, di nuovo mi ha fatto capire che la vita è un dono e va sempre vissuta...

Forse devo scoprire come cogliere il lato leggero della mia esistenza, in un momento in cui vorrei sentirmi più soddisfatta di ciò che sono e ho fatto, ma non riesco a farlo e sto cercando il punto da cui ripartire...

e intanto penso alla serenità e alla profondità delle persone che ho incontrato e anche se resteranno estranee, sono ben presenti nella mia mente...

giovedì 2 ottobre 2014

Osservo...

Sono sull'autobus ed è appena salita una distinta anziana signora.
Gli anziani (a cui preferirei rivolgermi con la parola vecchio, o grande vecchio) mi affascinano tantissimo.
Quando osservo i loro movimenti, lenti e misurati, me li immagino nella frenesia della loro gioventù.
Troppo spesso ci dimentichiamo che dietro quelle rughe e quella lentezza imposta c'è un mondo di storia e sogni, gioventù e maturità.
Mi piace il rispetto che hanno nel fare anche il più piccolo gesto, quasi a fotografare la preziositá di ogni movimento che il tempo regala.
Sto capendo ogni giorno di più la consapevolezza del tempo che passa di cui parlano ogni tanto i miei genitori. A lungo li ho considerati pessimisti, ora mi rendo conto di quanto real-cinici siano. Ho così compreso da chi ho ereditato quel modo di guardare la vita.
Ecco...sta scendendo dall'autobus la distinta signora, accompagnata dal suo bastone e un sorriso sereno di una bambina che ha appena finito di giocare.