mercoledì 23 settembre 2015

Paura...per superarla...

Oggi pensavo a una cosa...
Vorrei potere dire che ho paura.
Ma sono cresciuta in un mondo dove non serve a nulla avere paura.
Ma cosa è la paura? Se non impari a riconoscerla non la puoi superare.
Oggi mentre andavo in ospedale pensavo a quanto mi sarebbe piaciuto dire ho paura.
Invece ne è uscito un semplice, "ma si intanto è una stupidaggine"...
Tendo sempre a minimizzare.
Sono cresciuta con una mamma che ogni due per tre rischiava di morire...anche per una semplice risata di troppo, messa in ginocchio da attacchi d'asma che mi tormentano ancora nei miei peggiori incubi.
Eppure minimizzava sempre, diceva al mondo che stava bene, sorrideva sempre anche nei periodi più brutti della sua vita...che diritto avevo io di lamentarmi o avere paura?
E così oggi mentre andavo in ospedale pensavo che:
- vorrei non fare elenchi di buoni propositi solo quando ho paura che la vita mi stia scivolando tra le dita ~ perché la vita comunque scivola...possiamo solo decidere come
- vorrei non fare la spavalda e coraggiosa ma dire " sì signori sarà pure una stupidaggine, ma io ho paura" al posto di "tanto è una stupidaggine, perché dovrei avere paura"
Sono stata talmente abituata a non avere diritto alla paura che non la so nemmeno riconoscere...
Ma se non riconosciuta non la puoi vincere...chiaro???
Oggi ho pensato che è molto più coraggioso chi riconosce e tocca la paura piuttosto chi fa finta di non averne...
Strane riflessioni in una giornata uggiosa di fine settembre

giovedì 3 settembre 2015

Capelli bianchi

Mi asciugo i capelli e guardo. Quelli bianchi stanno prendendo il totale sopravvento sugli altri.
Mi ricordo ancora la scoperta del primo. 
Avevo poco più di 22 anni e da poco avevo fatto una delle mie scelte radicali: il cambio di facoltà universitaria. 
Stavo preparando il primo esame del nuovo percorso: statistica.
Per me che arrivavo da studi umanistici e che sosteneva di avere un rapporto di odio e amore con i numeri era una bella sfida.
Il professore Orviati però era talmente bravo e innamorato della sua materia che mi trasferì una carica incredibile. 
Ricordo ancora il suo sorriso e la mia gioia quando mi scrisse 30 sul libretto.
Da allora sono passati 23 anni e quel singolo capello bianco è  restato solo per un bel po'. 
Ora le proporzioni si sono invertite.
Non sono mai riuscita a cedere, almeno fino ad ora, alla tentazione della tinta.
Ho un atteggiamento maniacale con i dettagli, quindi soffrirei da morire vedendo la ricrescita o in alternativa mi trasferirei a vivere dalla mia parrucchiera.
Il bianco dei capelli mi ha sempre affascinato, lo consideravo quasi una sorta di gradi sul petto.
Lo abbinavo a maturità e pacatezza.
E qui inizia il guaio.
Mi guardo allo specchio e ci ritrovo tutti i miei quasi 45 anni.
Guardo l'anima e le cicatrici ci sono, anche quelle tutte, accumulate nel corso del tempo.
Ascolto lo spirito...e qui non ci siamo...non riesco proprio a sentirmi 45 anni e brizzolata.
Salgo in bicicletta e mi ritrovo a pedalare come pedalavo da bambina, quando in sella all'olandesina (con tanto di cestino in vimini che un giorno con cura ho eliminato dalla mia vita) facevo finta di correre su una bici da corsa. Ora pedalo veramente su una bici da corsa, ho realizzato questo sogno con calma, ma è un altro tassello del mio complicato puzzle che è andato a posto.
Ma vedo spesso intorno a me facce perplesse.
Non riesco a non vivere la vita a morsi abbondanti e pur essendo una persona con una intensissima vita celebrale (non do mai pace al mio cervello...non garantisco sui risultati), ho bisogno di fisicità, di aria aperta, di corsa sotto la pioggia, di provare a dare il massimo in ogni cosa che faccio, di spingere su quei pedali con tutta l'energia che ho...
Continuo a sentirmi un'eterna ragazza, come se il tempo dei sogni e il tempo per realizzarli non terminasse mai.
Sento che c'è sempre qualche cosa di nuovo e inesplorato che mi chiama e cerca.
Quindi...facce perplesse...restate tali...ho i capelli bianchi, ma non smetterò di vivere di emozioni e sfide...mi tengo i miei capelli bianchi e tengo stretto il mio pensiero positivo...come peter pan


domenica 30 agosto 2015

Pedalo e penso

Fin da quando sono piccola per me l'anno nuovo inizia a settembre.

Settembre da il via al nuovo ciclo.
È  lo starter dei nuovi progetti e delle nuove sfide.

Quest'anno per me è pieno di progetti, piani, sfide, emozioni e qualche paura.

Non solo sul lavoro ma anche nella vita personale.
Sono in mezzo al  decennio dei bilanci.

Quella terra di mezzo dove puoi permetterti di guardare indietro e vedere tanto e spesso non tutto ti piace, ma guardare ancora avanti con occhi più maturi ma anche un po' più realistici.

Anche il ruolo di mamma sta prendendo una nuova dimensione. L'adolescenza di Demetrio mi deve fare trovare un nuovo equilibrio tra rispetto di identità  e guida.

E io voglio recuperare anche una dimensione di famiglia e coppia che a fatica mi sono guadagnata.

Ho qualche sogno che avevo nascosto dentro i cassetti meno frequentati della mia anima.

E così in questi giorni di fine estate pedalo e lascio correre liberi i pensieri e le emozioni.
Quindi:
- nuovo ruolo in azienda tra emozioni e paure. Ma qui so che poi mi prenderò  i miei momenti di svago frequentando i bellissimi corsi che Rosy Russo organizza alla Uaua academy. Tornano delle grandi come Alessandra Farabegoli, la super Anna Maria Anelli e finalmente arriva anche Roberta Buzzacchino.
Ossigeno puro per cervello e cuore.

- ricomincio il mio adorato pendolarismo che mi consente di avere un'ora garantita di lettura.

- fra pochi giorni ricomincio yoga con Rosanna. Il mio terzo anno.  È  riuscita insieme a Paola a fare un miracolo. Non avrei mai detto di aspettate con ansia la ripresa di qualche cosa che mi obbliga a state ferma.

- ricomincia karate. E vedremo...piano piano mi avvicino  al momento di svolta della pratica. E sì perché la cintura nera non è una meta ma un inizio.

- nel frattempo un'idea matta si sta facendo largo nel mio intimo...ma di questo ancora non parlo.

In questi 5 anni ho raccolto i cocci di un disastro lungo 40 anni. Mi piacerebbe dire che alla mia anima è  successo quello che accade in Giappone con i vasi aggiustati con l'oro.

Posso solo dire che ho avuto fortuna di avere accanto chi ha saputo accogliere tutte le mie maree, anche quelle più nere.

Ecco...al 30 di agosto scaldo i motori e che il nuovo anno abbia inizio.

lunedì 15 giugno 2015

Amo la tecnologia ma anche no

Sono un po' di giorni che rifletto su un fatto è non so se le mie conclusioni sono dettate più dall'età  o da una sufficiente dose di buon senso.
Ho sempre amato la tecnologia, da tempi ancora non sospetti.
Quindi da quando l'innovazione c'era, ma procedeva ancora con tempi normali che ora appaiono lenti.
Allo stesso tempo però arrivo da una educazione del rispetto e della cura delle cose.
Vengo dalla generazione del vestito della domenica, del cambio di abiti quando torni a casa, del riciclo prima di regalare a chi può continuare ancora a usare.
Tutto questo per dire che mi da parecchio fastidio quando non puoi più usare uno strumento tecnologico solo perché non rilasciano più aggiornamenti e non ti fanno nemmeno scaricare le app di versioni antecedenti.
E così ti ritrovi tra le mani qualcosa tenuto e usato con rispetto, ma che non puoi più usare se non facendo dei giri funanbolici che eliminano totalmente il concetto di "usabilità" a cui punta l'informatica moderna.
Ma c'è  un risvolto sociale ancora più pericoloso dietro a tutto questo.
Se è pur vero che come insegna e spiega Baumann  siamo in una società  liquida dove gran parte delle esperienze sono mordi e fuggi e dove vince la capacità  di essere missili intelligenti invece che balistica,  non stiamo forse precipitando nel consumismo di più basso valore etico?
La voglia di tornare un po' a valori di rispetto e conquista aumenta.
Purtroppo però mi sorge il dubbio che ciò  sia però  dovuta a una mia nuova collocazione generazionale.

mercoledì 6 maggio 2015

6 maggio...una data scaramantica

Dal 1976 il 6 maggio per me è una giornata scaramantica, la giornata della sopravvivenza.
Le mie origini sono montanare,  vengo dalle terre in cui cammini in salita, vengo dalle terre dove le montagne hanno ruggito violentemente nel 1976.
Quel ruggito, come la voce ferma e tonante di mio papà che ci intima di uscire con un laconico "fuori" detto mentre ci stavamo godendo una serata nel lettone tutti e tre insieme, papà mamma e io, resterà per sempre nel cuore.
Solo a distanza di anni ho realizzato che facevo parte di una fortunata schiera di sopravvissuti.
Solo a distanza di anni ho pensato che nel 1976 non abbiamo festeggiato il compleanno di mio papà il 9 maggio perché già dalla mattina dopo era in prontezza operativa.
Sì, perché i militari sono anche questo. Sistemano le loro famiglie con la preoccupazione nel cuore ma la sicurezza sul viso che devono avere le persone che per definizione sono intrise di coraggio e partono per la loro missione.
Da quel giorno in cui mio papà  disse che eravamo stati fortunati perché il terremoto era arrivato di sera e quindi eravamo tutti insieme, penso che sia partito il mio addestramento  fatto di poche ma precise regole operative:
Punti di raccolta
Attenzioni
Tracce
Osservazioni
Non c'erano cellulari  e le linee telefoniche erano popolate di cabine a gettoni.
E da quel giorno ho abbandonato l'Incoscienza della spensieratezza per lasciare posto alla coscienza della sopravvivenza.
Il terremoto vissuto così  ti lascia un istinto animalesco. Ancora oggi mi capita di parlare con mia mamma e dirci che c'è  aria di terremoto.
Oggi la mia memoria va a tutti quelli che non ci sono più, alle ultime vittime del Nepal,  a tutti i terremotati che hanno fatto i conti con il ruggito della terra.
E per quanto sia nato da lì  un interesse maniacale nello studio dei terremoti, nella spiegazione delle varie scale, quasi come se la conoscenza aiutasse a esorcizzare la paura, portate pazienza se verrete al cinema con me e mi vedete controllare le uscite di emergenza o se vi obbligherò a fare le scale a piedi piuttosto che prendere l'ascensore.
E non prendetemi per suonata se a mio figlio ho spiegato cosa fare in caso di emergenza da quando era alto una spanna...sono dettagli che ti possono salvare la vita.
E per ricordate un altro 6 maggio...nel 1999 mi sono rotta due vertebre...insomma il 6 non è mai stato il mio numero preferito, tanto meno a scuola...ma il 6 maggio proprio è  un giorno che attraverso trattenendo il respiro. ..

lunedì 27 aprile 2015

E poi arrivò lui

Il sottotitolo di questo post potrebbe essere questo: "quando per la felicità di un figlio fai entrare in casa un cane e la vita ti cambia".
Ho sempre amato gli animali. Cavalli e cani in cima alla lista.
Da sempre.
Non a caso questo Blog si chiama lupo  di sera.
Ma mai avrei potuto immaginare quanto il secondo cane della mia vita mi potesse insegnare.
Non sono una da spazzolino da denti per cani etc, ma ho scoperto un mondo.
E sapete qual è  la prima cosa che ho scoperto? Quanto egoismo c'è  dietro la scelta di avere un cane.
Spesso li rinchiudiamo in gabbie dorate, convinti di dar loro tutto: una casa, cibo, dottore, affetto.
Li proviamo di una cosa fondamentale: la libertà.
Quindi, mi chiederete voi?
Quindi sto stravolgendo il mio modo di fare con il mio amico peloso...
Sì  perché  rudy è  il mio amico peloso, quello che mi fa tornare bambina, quello che con i suoi occhi dolci mi fa capire chi sono, quello che mi ha spiegato che uno sguardo vale più di mille parole.
Sono sempre più convinta che chi decide di prendere un cane dovrebbe prima di tutto fare un corso per capire come far stare veramente bene il suo amico peloso.
Voler bene è  prima di tutto rispettare la natura.
Educo lui al branco, ma è lui che mi educa all'ascolto, all'osservazione.
E la nostra vita con lui è  fatta di compensazioni e ricerche.
Lui non ha chiesto di diventare il nostro cane, ma noi lo abbiamo accolto nella nostra famiglia.
Così anche le ferie vengono decise in base a dove lui può  essere con noi...
Lui è  il nostro amico rudy

giovedì 16 aprile 2015

Chiudo e apro

Chiudo un capitolo è ne apro un altro.
Oggi ho firmato la sentenza di divorzio e così emotivamente chiudo con il passato.
Cinicamente posso morire in pace senza arricchire ulteriormente il mio finalmente ex marito.
A dire la verità,  da oggi muoio metaforicamente e come l'araba fenice risorgo a nuova vita.
Mi porto gioie e dolori in valigia, perché chi sono oggi è  sicuramente il frutto della strada che ho fatto.
Nulla fino a pochi anni fa è  stato e nulla sarà  come avevo immaginato o sognato, ma sarà  esattamente quello che deve essere e di cui pretendo di essere l'unica responsabile.
E ora mi sfido a vedere se ho abbastanza coraggio almeno di provarci.
Ricomincio con una enorme ricchezza accanto: l'amore. Quello vero, quello potente, quello senza "ma" o "se".
È  una cosa per cui ho lottato, contro tutto e contro tutti, contro le convenzioni, le credenze, gli stereotipi.
È  quel qualcosa che ti fa rimpiangere il coraggio mancato che ti avrebbe consentito di "essere viva" prima.
Ora con questa ricchezza accanto devo e voglio provare a realizzare anche qualche altro piccolo sogno. Un sogno diverso da quello del passato che non tornerà  più , un sogno mio che potrà  esistere perché non ho più  nemici, ma una persona che mi sprona a credere in me e a fare.
Quindi non ho più  scuse...
Chiudo il passato e apro il cuore alla vita.

giovedì 12 marzo 2015

Parole e relazioni

Oggi ho passato una splendida giornata in aula alla uauacademy.
Il direttore d'orchestra era Annamaria Anelli.
È  da ieri che questo concetto di musica accompagna la mia descrizione dell'evento.
Quello che si è  creato oggi in aula è  stato proprio questo. Annamaria è  riuscita più di qualunque persona da me incontrata fino ad ora a farmi sentire la musica delle parole.
Le ore sono volate, ho dimenticato cellulare, obblighi e colleghi, pur essendo alle porte di una scadenza importante per il mio lavoro.
Mi sono ritrovata a scrivere e dopo un po' a disegnare mentre ascoltavo le sue storie.
Non ha fatto lezione. Mi ha trascinato in tanti piccoli racconti, uno per ogni slide, uno per ogni concetto.
Quando ho bisogno di assorbire, disegno...alla fine ne è  uscita una bozza del monogramma di Annamaria.
Mi ha affascinato la sua estrema professionalità fatta di morbidezza e fermezza, quel mix che solo l'amore per quello che fai crea nell'istante esatto in cui condividi la tua passione.
Anche il monogramma che ho abbozzato alla fine è  così: un misto di curve e tratti...
E dopo oggi ho qualcosa in più: quando leggerò  i suoi post ritroverò  ancora di più la persona che oggi ho avuto la fortuna di incontrare. Parole e relazione, anzi parole che rafforzano la relazione.
E domani si ricomincia a scoprire, leggere, approfondire tutti gli spunti di oggi.

sabato 24 gennaio 2015

Attimi.e.viaggi

Ieri sera ho terminato la cena con i crostoli e mentre ne addentavo uno sono stata trascinata all'indietro nel tempo.
Mi sono ritrovata emozionalmente a casa di mia nonna e ho risentito il profumo dei crostoli che faceva lei.
Li amavo particolarmente...erano più grossi dei classici crostoli che si acquistano. Io cercavo poi con cura quelli che si piegavano in modo strano e che nelle pieghe raccoglievano più zucchero.
Mi ricordo come li riponeva con cura nei vassoi sulla credenza della sala da pranzo.
E ricordandomi quello mi sono ricordata della.magia dei cassetti della casa di mia nonna...
Poi inevitabilmente ti trovi a dover decidere se diventare triste per il tempo andato o essere riconoscente alla vita per le emozioni che comunque ti porti ancora nel cuore...