lunedì 15 giugno 2015

Amo la tecnologia ma anche no

Sono un po' di giorni che rifletto su un fatto è non so se le mie conclusioni sono dettate più dall'età  o da una sufficiente dose di buon senso.
Ho sempre amato la tecnologia, da tempi ancora non sospetti.
Quindi da quando l'innovazione c'era, ma procedeva ancora con tempi normali che ora appaiono lenti.
Allo stesso tempo però arrivo da una educazione del rispetto e della cura delle cose.
Vengo dalla generazione del vestito della domenica, del cambio di abiti quando torni a casa, del riciclo prima di regalare a chi può continuare ancora a usare.
Tutto questo per dire che mi da parecchio fastidio quando non puoi più usare uno strumento tecnologico solo perché non rilasciano più aggiornamenti e non ti fanno nemmeno scaricare le app di versioni antecedenti.
E così ti ritrovi tra le mani qualcosa tenuto e usato con rispetto, ma che non puoi più usare se non facendo dei giri funanbolici che eliminano totalmente il concetto di "usabilità" a cui punta l'informatica moderna.
Ma c'è  un risvolto sociale ancora più pericoloso dietro a tutto questo.
Se è pur vero che come insegna e spiega Baumann  siamo in una società  liquida dove gran parte delle esperienze sono mordi e fuggi e dove vince la capacità  di essere missili intelligenti invece che balistica,  non stiamo forse precipitando nel consumismo di più basso valore etico?
La voglia di tornare un po' a valori di rispetto e conquista aumenta.
Purtroppo però mi sorge il dubbio che ciò  sia però  dovuta a una mia nuova collocazione generazionale.

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