domenica 27 ottobre 2013
Sulla storiografia e sul senso della storia
Al suo interno alcuni saggi tra cui "Sulla storiografia e sul senso della storia".
Riporto di seguito un passaggio che amo...Buona lettura
"Non è possibile scrivere di storia senza prendere posizione nei confronti dei problemi fondamentali della società, della politica e della morale.
Una tale presa di posizione conterrà sempre un elemento fortemente personale.
Questo non significa che il contenuto di un'opera storica sia totalmente o anche solo in parte una questione di opinioni personali.
Quello che lo storico scrive deve essere vero, oggettivo, e là dove egli introduce opinioni personali su problemi morali o politici deve sempre mettere in chiaro che le sue opinioni, le sue proposte e decisioni non hanno la stessa natura delle sue affermazioni sui fatti storici.
La scelta dei fatti da trattare è, però, sempre in grande misura una questione di decisione personale, in ogni caso lo è in una misura più grande di quanto avvenga in uno scritto scientifico, una volta che si si scelto il tema.
Sotto un certo aspetto, tuttavia, questa differenza è soltanto una differenza di grado.
Neppure una scienza naturale è soltanto "un mucchio di fatti". Essa è, per lo meno, una collezione di fatti e, in quanto tale, dipendente dagli interessi del collezionista, dipendente cioè da un punto di vista.Nella scienza questo punto di vista è solitamente determinato da una teoria scientifica, ciò vuol dire che noi scegliamo, dalla infinita molteplicità dei fatti e dalla infinita molteplicità degli aspetti dei fatti, quei fatti e quegli aspetti che ci interessano, giacchè essi sono legati ad una più o meno preconcetta teoria scientifica. Una certa scuola di epistemologi ha concluso, partendo da siffatte considerazioni, che la scienza si muove sempre in circolo e che noi siamo sempre lì ad inseguire la nostra coda, come afferma Eddington; e cioè nel senso che possiamo fare uscire dal nostro sapere fattuale soltanto quello che ci abbiamo messo nella forma delle nostre teorie. Tale argomento è, però, insostenibile.
Sebbene sia generalmente vero che noi scegliamo soltanto quei fatti che sono in relazione con una qualche teoria preconcetta, non è però vero che noi scegliamo solo quei fatti che confermano le nostre teorie o che le lasciano tali e quali.
...omissis...
Per tutto ciò l'affermazione circa la presunta circolarità della scienza non è sostenibile.
Questa obiezione tuttavia contiene un nucleo di verità: è vero che ogni descrizione scientifica dei fatti è in massimo grado selettiva e che dipende sempre da teorie. Si può al meglio chiarificare la situazione rifacendoci all'esempio del faro.
Ciò che il faro rende visibile dipende dalla sua posizione, dal modo in cui lo manovriamo, dalla sua intensità, dal suo colore e così via; dipende naturalmente anche in larga misura dalle cose che vengono da esso illuminate.
Analogamente una teoria dipende in gran parte dal nostro punto di vista , dai nostri interessi e questi sono di regola legati alla teoria o ipotesi che intendiamo controllare. Ma essa dipende anche dalle cose che si vogliono descrivere.
Una teoria o una ipotesi si potrebbe molto bene designare come la cristallizzazione di un punto di vista o di una prospettiva.
...omissis...
Questo carattere selettivo di ogni descrizione rende la descrizione in un certo senso relativa; relativa nel senso che noi proporremmo un'altra descrizione qualora il nostro punto di vista fosse diverso.
Quetso carattere selettivo della descrizione può influire sulla nostra fede nella verità della descrizione ma non incide sulla questione della verità o falsità della descrizione. La verità non è relativa in questo senso.
...omissis...
Lo sviluppo di una determinata prospettiva o punto di vista è pertanto inevitabile; e il tentativo ingenuo di evitarlo può solamente portare all'autoinganno o ad usare ACRITICAMENTE un punto di vista NON CONSAPEVOLE.
Tutto ciò vale in modo particolare per la descrizione storica con l'infinità del suo contenuto come scrive Shopenhauer. E' così dunque che nella storia come nelle altre scienze ci è impossibile evitare un punto di vista; e l'idea che noi potremmo procedere senza un punto di vista porta necessariamente all'autoinganno e nella mancanza di rigore critico.
Ciò naturalmente non significa che ci sia consentito di falsificare quel che ci aggrada o che possiamo prendere alla leggera i problemi della verità.
Ogni specifica descrizione storica sarà semplicemente vera o falsa, per quanto possa mai essere difficile giungere a una decisione sulla verità o sulla falsità."
Questo è un breve estratto...chi ama questi argomenti sarà sicuramente tentato di procurarsi l'intero scritto, ma già questi pochi paragrafi sono fonte di lunga riflessione...almeno secondo il mio punto di vista...
Buona domenica a tutti
martedì 22 ottobre 2013
attimi in dimensioni parallele
ho quasi 43 anni, manca poco. Questa mattina guidavo verso la stazione e a farmi compagnia c'era radio due e mi sono rivista bambina, con la mia radiosveglia in mano.
Era stato un dono prezioso con il quale svegliarmi sembrava più dolce...all'epoca ascoltavo in bagno insieme a mia mamma, mentre ci preparavamo per uscire di casa insieme "i giorni", poi c'era il gr.
La sera impostavo lo spegnimento automatico e mi addormentavo con la voce dei giornalisti...
In un attimo questa mattina ero in contemporanea in macchina verso la stazione in una mattina uggiosa del nuovo paese in cui vivo e bambina nella mia casa d'infanzia.
ed ero presente in entrambi le dimensioni...in mezzo più di trent'anni di eventi, catastrofi, conquiste e ripetizioni cicliche.
Un suono, un rito, un attimo e torni indietro con la memoria a ripercorrere giorni uguali e diversi.
Emozioni...come quello di passare il mio vecchio vocabolario di latino a mio figlio, vocabolario che in copertina porta il nome di mio papà, di mio zio, il mio e ora quello del mio giovane ragazzo....
martedì 15 ottobre 2013
forse...
così forse eviterei tante imperfezioni, errori di battitura e migliorerei l'uso della punteggiatura...
ma ho deciso che mi va bene così...accetto la mia imperfezione...genuina e autentica...questa stanza la voglio così: libera!
giovedì 10 ottobre 2013
Se Trieste non si facesse bella solo
Trieste si sta preparando per la Barcolana.
È un evento meraviglioso da vivere almeno una volta.
E così si tirano fuori bei manifesti, si abbellisce la stazione, si ripuliscono i parchi dai barboni e zingari.
Succede così ogni volta che c'è una manifestazione o arriva qualche autorità.
Come se nascondere il problema lo risolvesse.
Questa è la mentalità di Trieste, la città che per prima cosa ti risponde " non se pol".
Sono arrivata a Trieste a 19 anni e mi ha subito colpito la sua dualità, la facciata amichevole, che poi si trasforma in superficialità. Città nepotista fino in cima ai capelli, fatta di clan dove non entri a meno di non ottenere la green card sposando un triestino, possibilmente doc.
Racchiude in se i peggiori difetti di un'Italia ripiegata su se stessa. Penalizza o demoralizza le eccellenze, premia i mediocri e tutti quelli che non ka obbligano a un pensiero critico di crescita.
Però non ha nemmeno coraggio di mostrarsi così...ed ecco che nelle occasioni speciali si fa bella...
Chissà che un giorno non capisca che potrebbe essere sempre bella...
Una riflessione di Karl Popper
"senza intuizione non si va avanti e ciò sebbene la maggior parte delle nostre intuizioni alla fine si mostreranno false.
Abbiamo bisogno di intuizioni, di idee, di idee possibilmente in competizione; e, ancora, di idee come quelle che si possono criticare, migliorare, analizzare criticamente. E fino a quando non sono state confutate noi dobbiamo tollerare pure idee problematiche. In realtà anche le idee migliori sono problematiche."
Karl Popper
Keplero: la sua metafisica del sistema solare
venerdì 4 ottobre 2013
Lampedusa
Ennesima strage ed ennesima giostra di commenti. Solidarietà o razzismo. Si alternano in modo confuso.
Parto dicendo che la vita è un bene prezioso. Quindi la morte, soprattutto se tragica, scuote gli animi e merita rispetto.
Il problema però i un altro.
Stiamo vivendo un periodo di grande incertezza e abbiamo uno Stato che non protegge i propri cittadini, ma accoglie e aiuta persone che poi non sanno dove andare e cosa fare.
Perché non si proclama il lutto cittadino per gli italiani che non sanno più dove sbattere la testa e vedono nella morte l'unica soluzione dignitosa alla loro rovina.
Uno stato prima di tutto deve pensare ai propri figli e poi adottarne di altri. E questa non è cattiveria. È serietà e lealtà.
Fino a quando vincerà il perbenismo e l'ipocrisia, noi perderemo.
L'ITALIA perderà.